Pubblicati su EBioMedicine – The Lancet i risultati di una ricerca, completamente sviluppata in Ticino, che mette in luce nuove applicazioni dello studio delle nanovescicole intercellulari nella lotta al COVID-19.
La ricerca è frutto della sinergia tra EOLAB, reparti COVID EOC/CCT e il laboratorio di ricerca di base presso l’Istituto Cardiocentro Ticino-EOC, guidato dal PD Dr. Lucio Barile e riferimento internazionale per la ricerca sulle nanovescicole.
Dallo studio emerge che ci possa essere una correlazione tra specifici marcatori nel sangue di chi ha contratto il COVID-19 e la gravità del decorso della malattia.
Il sangue di pazienti con infezione da SARS-CoV-2 è particolarmente ricco di nanovescicole di origine infiammatoria. Queste possono contribuire a scatenare anomali processi di coagulazione che concorrono ad aggravare la prognosi del paziente. I pazienti con COVID-19 hanno infatti una maggiore espressione di una proteina particolare – il fattore tissutale – noto per essere un attivatore della coagulazione.
In sostanza, se confermato su una corte di pazienti più ampia, lo studio apre alla prospettiva di poter ottenere indicazioni importanti per predire la severità della patologia nei pazienti COVID-19 da un semplice prelievo del sangue a seguito di tampone positivo.
Una scoperta di peso che si aggiunge ai numerosi importanti risultati ottenuti dall’intensa attività di ricerca dell’Ente Ospedaliero Cantonale sul COVID-19, raccontati su www.grazieallaricerca.ch.