La possibilità di sostituire la valvola mitrale per via transcatetere (tecnica disponibile oggi solo per la valvola aortica), e offrire in questo modo una valida alternativa all’opzione chirurgica per i pazienti ad alto rischio, rappresenta un obiettivo primario per l’evoluzione delle tecniche cardiochirurgiche. Anche grazie all’indispensabile supporto dell’industria, si assiste a una rapida definizione e all’altrettanto rapido perfezionamento di procedure che implicano un sempre minore ricorso alla chirurgia aperta, con evidenti e importanti vantaggi, soprattutto ma non solo per il paziente.
In questa sfida – che è sempre un impegno finalizzato al miglioramento dell’offerta terapeutica e dunque ha un importante e immediato riscontro nella pratica clinica – il Cardiocentro è coinvolto su diversi fronti, anche in ragione delle sue forti e costanti connessioni universitarie.
Da una di queste relazioni origina il lavoro che vede impegnato il Dr. Enrico Ferrari, caposervizio di cardiochirurgia al Cardiocentro e ricercatore all’Università di Losanna, primo firmatario di un editoriale recentemente pubblicato sull’European Journal of Cardio-Thoracic Surgery (Ferrari E, Dvir D, Guerrero M. Transcatheter mitral valve replacement in degenerated calcified native mitral valves: is the corrently available technology suitable? Er J Cardiothoracic Surg 2016;50:391-5).
“Da un paio di anni – spiega il Dr. Ferrari – anche a seguito del rapido imporsi di tecniche di sostituzione transcatetere della valvola aortica, gruppi di ricercatori – cardiologi, cardiochirurghi, bioingegneri – si stanno concentrando sulla valvola mitrale con l’obiettivo di mettere a punto tecnologie e procedure adatte anche a quella valvola, che presenta una maggiore complessità anatomica rispetto alla valvola aortica. La ricerca di soluzioni tecnologiche ad hoc parte dalla verifica sul campo dell’adattabilità alla valvola mitrale di tecnologie esistenti per la valvola aortica. Il lavoro che abbiamo pubblicato – lo firmano insieme con me due cardiologi, uno del St Paul’s Hospital di Vancouver in Canada e una collega dell’Evanston Hospital (USA) – evidenzia come la tecnologia oggi disponibile, derivata dalle applicazioni aortiche, può offrire un’alternativa in pazienti selezionati e in particolare in presenza di una degenerazione calcifica della valvola mitrale”.
Per ottimizzare la raccolta e l’elaborazione dei dati, fondamentale per la definizione di soluzioni tecnologiche ad hoc, si è dato recentemente l’avvio a un registro internazionale approvato dalla FDA, l’autorità di controllo statunitense.